Era in vacanza, ma non ne aveva voluto sapere di separarsi da quel disco appena uscito, e ne era soddisfatto. Il Gatto Fenriz infilo' per l'ennesima volta "If_Then_Else" nel suo lettore portatile, e lascio' che le note cullassero il suo viaggio in treno alla volta della Danimarca.
Si sbagliavano quelli che si illudevano in un ritorno a sonorita' gotiche, e anche coloro che pensavano che il precedente lavoro "How to measure a planet?" non avesse lasciato tracce nel suono degli olandesi. Il nuovo disco era un perfetto seguito, un lavoro complesso e articolato che non perdeva quella freschezza compositiva che aveva gia' contraddistinto i Gathering in passato e che non era venuta a mancare nemmeno questa volta. Certo, i brani risultavano leggermente piu' brevi rispetto al masterpiece precedente, ma non erano per questo piu' immediati. Erano ricomparse quelle chitarre distorte che si erano leggermente liquefatte negli anni, lasciando spazio anche a evoluzioni sperimentali quasi elettroniche (ma non troppo!) che si amalgamavano alla perfezione con la voce di Anneke che come sempre trascinava l'intera opera.
"If_Then_Else" si apriva con il brano "rollercoaster", gia' presente sul singolo apripista, ed era forse, insieme a "saturnine", uno dei momenti piu' immediati ed allo stesso tempo evocativi dell'intera ennesima fatica dei Gathering. Musica che partiva lenta, cresceva e rallentava, ignorando le classiche strutture di una canzone che vorrebbero un susseguirsi canonico di strofe e ritornelli, usando invece cambi di melodia e sempre, sopra tutto, la voce calda e magica di una delle cantanti che il Gatto Fenriz piu' preferiva al momento. E cosa dire della stupenda "bad movie scene", lenta e triste, calma e allo stesso tempo trascinante, che andava a riprendere certi passaggi sfumati e onirici tipici di "Mandylion", senza ovviamente cadere nel banale o nel gotico scontato.
A tutto questo si aggiungeva inoltre l'utilizzo qua e la', senza sconvolgere il dipanarsi della musica, di una sezione di archi e di fiati che colmavano l'animo con suoni nuovi, pieni, ma che si integravano benissimo tra una chitarra ed un basso o una batteria.
C'era qualcosa che non andava in tutto questo ben di dio ascoltato fino a quel punto? Forse si. Si, perche' a volte il Gatto Fenriz aveva l'impressione che vi fossero dei vuoti di tensione o di continuita' che sopraggiungevano come per incanto e lo lasciavano come inebetito, senza che si rendesse bene conto di cosa fosse successo. Come se in alcune canzoni non fosse presente la vera anima dei Gathering, ma solo un tentativo non riuscito di trasmettere la proprie emozioni... ma forse era solo una sua impressione.
Nel silenzioso ritmare del treno che continuava il suo monotono viaggio verso lidi a lui sconosciuti, il Gatto Fenriz riascolto' con piacere la strumentale "beautiful war" e si addormento'. Sogno' strane creature alate ed ebbe l'impressione che volevano comunicare con lui, quando il suo sonno fu interrotto dal tenero flusso di note di "morphia's waltz", e capi' che forse si era sbagliato. L'anima dei Gathering era tutta li', nascosta ma ben pronta ad uscire, se solo si sapesse ascoltare, senza per forza cercare un senso in tutto. SE uno ci avesse provato, ALLORA forse ci sarebbe riuscito. ALTRIMENTI, si sarebbe perso uno dei gruppi piu' in gamba dell'ultimo decennio. Provare per credere.