OPERA IX - the black opera
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Luglio 2000
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Finalmente gli Opera IX sono tornati con il loro terzo full-lenght, un
disco molto bello che continua il viaggio verso la conoscenza iniziato
nel 1994 con la pubblicazione del loro primo album. Ammaliati dall'occulto,
gli Opera IX hanno sempre composto lavori di una certa durata. Ed e' proprio
la lunghezza dei brani (secondo il sottoscritto) che affascina rendendoli
ricchi di elementi ed elaborati. Il disco si apre con la splendida "The
first seal", una canzone con continui cambi di tempo e di atmosfera che nei suoi
nove minuti riesce ad ammaliare in continuazione l'ascoltatore. La voce di
Cadaveria tende a sottolineare questi cambi di tempo, passando da un cantato
pulito, nei momenti piu' oscuri e sinfonici, ad uno screaming lacerante
nei momenti piu' tirati. Di particolare interesse e' la parte finale di
questa canzone che regala emozioni intensissime. Le seguenti "Beyond the
black diamond gates" e "Carnal delight in the vortex of evil" continuano
sul cammino intrapreso dagli Opera IX, con parti sinfoniche, altre malvagie
e oscure e altre piu' veloci che si fondono in un tuttuno senza cadere, pero',
mai nella banalita'. Va sottolineato infatti il songwriting attuale che e'
migliorato evidentemente dai tempi del gia' buono "Sacro Culto". Oggi pero'
tutti gli elementi caratterizzanti questo gruppo, sono piu' coesi e uniti,
facendo subito presa sull'ascoltatore. Quindi arriva il momento di una delle
perle del disco, quella "Congressus cum Daemone", una canzone molto
evocativa che emana un no so che' di misterioso e di magico e che non puo' far altro
che entusiasmare con i suoi riff, allo stesso tempo veloci e intrisi di
melodia. Stupisce piacevolmente un break centrale, caratterizzato da
armoniose tastiere e da vitaminiche scariche di chitarra, il tutto accompagnato da un
drumming sostenuto, con Cadaveria che dietro il micrifono canta in modo
pulito. La parte finale invece e' piu' tirata, quasi a voler sottolineare
le radici black del gruppo piemontese. La successiva "Magic Temple", e' la
canzone piu' straniante del disco, con le sue atmosfere mistiche e con
Cadaveria che in italiano pronuncia quasi un'evocazione. A sentire le atmosfere che
pervadono questa song, dei brividi ci salgono su per la schiena (provate a
ascoltarla al buio, con il lume di una candela accesa, vicino...). "The
sixth seal" invece parte in modo irruento, quasi per risvegliare l'anima
dell'ascoltatore, dal torpore corporeo causatogli dalla canzone precedente. Davvero bello e'
il cantato sovrapposto di Cadaveria in alcune parti, con le tastiere che
costruiscono ottime melodie. A chiudere questo disco ci pensa una cover dei Bauhaus, e
quale se non "Bela Lugosi's Dead", monumentale song di questo gruppo. E gli Opera
IX non sfigurano affatto nella loro riproposizione, nonostante i due gruppi
siano davvero distanti come sound. "Bela Lugosi's Dead" si apre con un drumming
quasi tribale e la voce di Cadaveria, soffusa all'inizio e che in seguito esplode
in un turbine coinvolgente, dove ci troviamo cullati dalle stupende note di un
piano, mentre in sottofondo la doppia cassa fa un lavoro incessante e continuo.
Davvero ottima la prova vocale di Cadaveria che ancora una volta riesce a stupirci.
A questo punto non possiamo fare altro che consigliarvi caldamente
l'acquisto di questo disco, magari lasciando stare una volta tanto, le uscite dei
soliti gruppi di black sinfonico norvegesi che infestano il mercato discografico.
VOTO: 1/1
Tonyevol |
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INFO:
Anno: 2000 Etichetta: Avantgarde Music |
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