I Mutant sono il progetto parallelo di Peter Lake (chitarre) e di Henric
Ohlsson (batteria e voce) dei Theory in Practice.
E ci deliziano con un devastante album "The Aeonic Majesty", un concentrato
di death/black metal dirompente e devastante. Il disco si apre con "The
majestic Twelve", una song dall'impatto cruento e feroce, con una base
ritmica che viaggia a velocita' folli, mentre le chitarre ci sommergono di riff veloci e
taglienti. La voce poi e' un pazzesco screaming
lacerante in classic black metal style. Non mancano pero' momenti piu'
sinfonici, che si alternano sapientemente a quelli piu' tirati e malvagi
creando un mix esplosivo come in "Demonworlds" e nella successiva
"Premonitions Erupt".
In quest ultima song poi si alternano tipici riff black con altri death di
chiaro stampo americano (Morbid Angel su tutti),
inoltre Lake ci propone anche un bell'assolo melodico che ben si amalgama
con il resto della musica. La successiva
"Beyond Bet Durrabia" si apre con le suggestive note di un flauto indiano,
seguito quasi subito da dei riff di chitarra
davvero strabilianti ed originali che richiamano alla mente arcani e
nascosti Paesi orientali. Troviamo inoltre alcuni "stop and go" seguiti da
accelerazioni devastanti, come solo la scuola death americana ci ha
insegnato. Molto bello il break centrale, dove riemerge il flauto, accompagnato da un drumming
velocissimo e devastante e da una voce che ha
ben poco di umano. La title-track "The Aeonic Majesty" e' invece una canzone
piu' oscura ed evocativa (che secondo il mio parere e' il must dell'album),
autentico omaggio all'Aeonico, mitologica creatura lovecraftiana. Dovete
assolutamente ascoltare questa canzone per capire le infinite emozioni che
sprigiona. Davvero una song unica, con
cambi di tempo coinvolgenti ed esaltanti, che sicuramente ascoltandoli non
potranno non distruggervi l'anima con la sofferenza che emanano. La canzone
che segue, "Immemorial Lunacy", e' tutto l'opposto della song precedente,
con riff tiratissimi, un drumming impetuoso e alcune parti piu' cadenzate davvero
entusiasmanti che tengono sempre sveglia l'attenzione dell'ascoltatore ed anche la tensione emotiva. "Dark Spheres"
invece e' una canzone molto evocativa ed anche quella che piu' si avvicina
al black metal sinfonico, genere imperante al giorno d'oggi, anche se a
volte molte delle proposte di questo genere sono forzate e poco genuine.
Questo non e' il caso dei Mutant pero', che invece riescono nel difficile
compito di convincere in pieno nonostante i numerosi elementi compositivi
presenti in questo disco, che rendono il suo ascolto un po' difficile ma che
a mano a mano cresce in un turbinio di emozioni. Con "Eden Burnt to Ashes" e
la conclusiva "Abduct to Mutate" ci troviamo a fronteggiare un assalto
sonoro robbostussimo e devastante che non lascia molti appigli di salvezza.
Specie l'ultima song che miscela alla perfezione riff death con una maligna
voce black anche se non mancano le parti piu' melodiche, dove Lake mette ben
in evidenza la sua bravura.
Di sicuro dopo l'ascolto di questo disco le vostre menti non saranno piu' le
stesse, e chissa' se l'Aeonico non si sia impossessato di voi...