I Majestic, band svedese fondata nel 1997 da Richard Andersson e Peter Espinoza, ci offrono con questo secondo lavoro l'esatta trasposizione in musica del concetto di Neoclassicismo : scale a non finire, assoli infarciti di note, tastiere e chitarre che si intrecciano e si sovrappongono velocissime, ma senza per questo risultare noiosi o prolissi.
Al primo impatto i Majestic potrebbero sembrare una copia dei Symphony X, ma proseguendo l'ascolto e memorizzando le melodie delle canzoni, per nulla immediate o scontate, ci si accorge del valore e dell'intensita' del disco, e i pezzi acquistano ogni volta in bellezza e in originalita'.
Va detto comunque che i molti assoli classicheggianti, qualche volta inseriti forzatamente, richiamano alla mente Malmsteen e, come detto prima, la band di Michael Romeo, ma senza tirare in ballo plagi o scopiazzature.
Sicuramente i Majestic non si ispirano agli Stratovarius, ma offrono "soltanto" metallo classico arrangiato con classe e raffinatezza.
Ottima e intensa la prova del cantante (per fortuna non e' il solito clone!) e ovviamente del tastierista e del chitarrista, quest'ultimo molto convincente anche nelle ritmiche, in certi punti potenti e aggressive, in altri progressive e stoppate.
Tutti i pezzi sono sullo stesso livello qualitativo, non riuscirete a trovarne uno sottotono o che sa di riempitivo, e ci sono anche quelli davvero splendidi, come "Resurrection", dove il cantante offre la sua prestazione migliore, "Curtain of fire" con richiami alla musica classica nelle melodie, che ritornano anche in "Approaching the storm"; infine eccezionale la title-track a chiusura di questo cd, che mettera' senz'altro d'accordo i fan del power con quelli del metal classico piu' raffinato.