Questo album proetteva male sin dalla copertina (IL solito quadro simil
impressionista usato dal 99% dei gruppi death/black della terra)
e dal titolo che puzzava di pretenzioso lontano un miglio. Ma non bisogna
fermarsi alle apparenze quindi l'ho ascoltato fino in fondo.
Devo dire una cosa: non esiste niente di peggio della banalita'. I Gunkhas
fanno il loro mestiere onestamente. Sfornano infatti un death in stile primi
Morbid Angel/Cannibal Corpse (coi quali hanno fatto anche una serie di
tour), piu' che accettabile.
I suoni della batteria e della chitarra sono secchi e precisi, distinguibili
e ben prodotti. Ma il tutto sa cosi' tanto di gia' sentito da mettere ansia
addosso. Abbiamo l'intro con rumori della natura, poi una valanga di riff e
cambi di ritmo e una voce growl non eccezionale (anzi a volte proprio
ridicola) ma mai un balzo di creativita', un qualcosa in piu' che attiri
l'attenzione! Se amate il genere in maniera maniacale probabilmente li
apprezzerete ma credo che abbiate altri 300 dischi identici a casa vostra.
Peccato perche' l'opener "Gunkhas at war" promette bene...