ENTOMBED - uprising
Maggio 2000
Chissa' cosa penseranno gli appassionati del death metal tout-court di questa nuova release degli (ormai) ex maestri indiscussi del genere Entombed. Chissa' se sapranno cogliere la grandezza di un gruppo che non vuole saperne di arrestare il proprio processo evolutivo o se invece, tristemente, accuseranno la band di essersi ammosciata o venduta, e di non avere piu' l'impatto terrorizzante e dinamitardo di un tempo. Al di la' di tutti questi noiosi discorsi, c'e' una certezza: "Uprising", il nuovo album degli Entombed, e' fantastico. E questa e' l'unica cosa che realmente conta. Consci del fatto che non avrebbero potuto surclassare la qualita' di album immensi ed epocali del death metal piu' classico come "Left path hand" (per molti il piu' bel lavoro del genere) e "Wolverine blues" (particolarissimo ed affascinante), i nostri hanno, da tre dischi a questa parte, mutato radicalmente il loro approccio, morbosamente (e inevitabilmente?) attratti da sonorita' piu' sporche e viziose. "Uprising" e' sicuramente il disco della maturita' dei nuovi Entombed, il lavoro nel quale la nuova attitudine "rock'n'roll" della band riesce a dare i frutti migliori, miscelando incautamente le influenze piu' disparate e impensabili, con un risultato finale che sorprende per la sua compattezza e per la omogeneita' dell'insieme. Oscuro, aggressivo, abrasivo e cattivo, l'album rispecchia la classica tradizione Entombed: le visioni malate e gli scenari evocati rimangono, bene o male, gli stessi. La differenza sta nel fatto che adesso il gruppo suona con l'anima dei Motorhead piu' arrabbiati, con la sfrontatezza di un certo punk primordiale e con l'acidita' nera dei primissimi Black Sabbath di Ozzy, il tutto amalgamato con grande disinvoltura e naturalezza. Dodici pezzi, dodici assalti sonori, dodici sgraziate aggressioni. E la sensazione generale di una band che, nel registrare l' album, si sia divertita un mondo. La prima traccia, "Seeing red", riassume in se' quelle che sono le caratteristiche generali dell'intero lavoro, con L-G Petrov (il cantante) che si sforza di sembrare una sorta di Lemmy in versione pseudo-growl (il classico cantato death e' infatti pressoche' scomparso) e con una linea di basso semplice ma impetuosa e trascinante (e che dire di quel riff dal sapore Kiss-iano?). Ci sarebbe da parlare, inoltre, della rabbia hardcore della cataclismatica "Say it in slugs" (intervallata sapientemente da grassi riff di chiara origine Black Sabbath), o della grezza ed efficace "Insanity's contagious", o della bellezza di certi acidi assoli, ma probabilmente non la finiremmo piu' di lodare un album come "Uprising", un disco che tralascia i dettagli e le perifrasi inutili per puntare dritto al suo scopo principale, l'impatto. Se cercate un album che vi faccia saltellare per la stanza, che vi faccia muovere la testa o che sappia anche solo farvi divertire, l'avete trovato.
Comunque, come ricordato sopra, gli Entombed non fanno piu' death metal, e questo forse allontanera' qualche vecchio "purista" del genere dalla band in questione e da un lavoro come questo, che tuttavia non merita di passare inosservato. E' difficile stabilire cosa gli Entombed suonino adesso, quale sia il genere da loro proposto: il fatto e' che qualunque cosa facciano, la fanno dannatamente bene. Un disco da avere assolutamente.

VOTO: 1/1
Gianluca "Geoff"
INFO:
Anno: 2000
Etichetta: Music for Nations
Durata: 43.41 minuti
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