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Per definirlo non si possono usare altri termini se non bastardo, incazzato, furioso.
Dopo innumerevoli uscite decisamente mosce del panorama metallico e dintorni soprattutto a livello italiano, finalmente questo anno 2000 ci porta oltre. In un altro panorama, citerei gli Iblis, l'anno scorso citai i Braindamage, ma ora pare che questi Browbeat tengano alta la bandiera, alla faccia degli spadoni! E' una mazzata sonora, un delirio di decibel impazziti, una sequenza di testi troppo veri per poter essere ignorati, troppo reali per poter essere rappresentati in altro modo.
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Un disco dove Dio non c'e', dove cinque persone convivono dalla fine del 1998, dove grazie a Lorenzo dei Crackdown possiamo essere invitati al party maledetto, fatto di muri sonori, torte farcite alla disperazione, bigne' alla rabbia e l'unica bevanda consentita e' il benzene. Giusto per eliminare le tossine della mediocrita' musicale degli ultimi tempi, solo per respirare ancora una volta le acide esalazioni di un universo metal sempre piu' confinato in manierismo da educande, in un circolo vizioso che suona piu' o meno cosi': "I know that every year it's always the same story (...) ebullition!".
In mezzo, la perdizione.