Avevo gia' ascoltato qualcosa degli Artension e sinceramente, quel che avevo sentito, non mi era piaciuto piu' di tanto. Ho sempre visto nella band del giovanissimo ed abile tastierista Vitalij Kuprij il perfetto esempio di gruppo eccellente dal punto di vista formale, ma carente per feeling e impatto. Insomma, carina la confezione, ma il contenuto dov'e'?
Questo nuovo "Machine" (forse ultimo disco della band dopo la dipartita del singer John West, passato ai Royal Hunt) modifica parzialmente il mio giudizio sul gruppo, e si fa apprezzare soprattutto dopo ripetuti ascolti. La proposta musicale consiste, al solito, in una sorta di hard rock metalloso (ma non troppo) caratterizzato dalla presenza quasi ossessiva delle tastiere di Kuprij (che troppe volte vuole strafare, forse per tenere fede al suo nomignolo di "Malmsteen delle tastiere") e da una voce, quella di West che, se per molti e' una garanzia, per il sottoscritto e' l'apice della noia e della monotonia (e mi spiace molto che i Royal Hunt abbiamo rimpiazzato il buon DC Cooper con lui). Le influenze di band come i Rainbow sono ovviamente palesi e indiscutibili, tanto nelle ritmiche quanto nelle melodie vocali, mentre spesso e volentieri si sconfina (sia per quanto riguarda gli assoli di chitarra che per quelli di tastiera) nel neoclassico piu' scontato, con Malmsteen (guarda caso anch'esso figlio -musicalmente parlando!- di un certo Blackmore) che ancora osserva il tutto dall'alto. I pezzi proposti sono otto, e se e' doveroso ammettere che non tutti sono all'altezza, sarebbe ingiusto non sottolineare che certi spunti sono tutt'altro che disprezzabili (alcuni scambi tastiera-chitarra, per esempio). Nel complesso, al netto di qualche virtuosismo di troppo, la qualita' media delle canzoni raggiunge ampiamente la sufficienza, merito delle buone melodie e di ritornelli orecchiabili e piacevoli.
Un disco che molti potrebbero trovare insopportabile, a causa di certe stucchevoli parti strumentali, ma tutto questo potrebbe attrarre quegli ascoltatori che amano la musica ben suonata e arrangiata, e che non si addormentano sentendo per la milionesima volta la stessa scala musicale. Io personalmente avrei voluto che gli Artension si fossero allontanati maggiormente dai loro modelli per proporre qualcosa di piu' personale. Perche' dischi come "Machine" sono tutt'altro che brutti, pero' alla fin fine non sono dischi "importanti". Comunque, se vi capita sotto mano, dategli un ascolto..non si sa mai.