Assolutamente inafferrabile. Oscuro. Criptico. Suadente. Questi sono solo
una minima parte degli aggettivi con cui si potrebbe tentare, senza
riuscirci di definire il sound del debutto degli APC.
La band nasce dall'incontro tra l'enigmatico (Ecco un altro termine adatto)
Maynard Keenan dei geniali e sotterranei Tool e l'ex-roadie e autore di
quasi tutto "Mer de Noms" Billy Howerdel, con l'aggiunta di altri nomi di
spicco come Josh Freese.
Il disco e' il lavoro piu' incredibilmente fascinoso ed indefinibile che sia
apparso sulla scena rock da anni. Ipnotico nel suo mescolare cupi umori
alla tool (Portati soprattutto dalla voce di Keenan), melodie crepuscolari e
aggraziate, momenti di sperimentazione pura e aggressione.
Si passa da song intense e penetranti come una rasoiata come "Magdalena"
(dal testo da pelle d'oca), "The Hollow" o la spiazzante "Thinking of you" a
canzoni dolcissime e strazianti come "Orestes". Le chitarre tessono riff e
partiture multiformi e psichedeliche che sembrano quadri in continua
trasformazione e su tutto la voce di Maynard si erge come quella di un
incantatore, suadente e sottile come non era mai stata con i Tool. E poi
occorrerebbe parlare dei testi: poesie nere e dolenti come non se ne
sentivano da tempo. Che MAynard fosse un grande autore di lyrics gia' lo si
sapeva ma con gli APC da sfogo al suo lato meno pessimista e piu'
disperatamente intimista.
Potrei parlare per ore di questo disco ma sarebbe inutile. Compratelo e
lasciatevi trascinare. E' un ordine...