Power metal?
Sara', ma ho come l'impressione che la Century Media stia proprio sbagliando e di grosso nell'ostinarsi a voler definire gli Angel Dust come una band power...anche e soprattutto perche' qualche defender dell'ultima ora potrebbe comprare l'album pensando di trovarsi davanti ad Helloween style a manetta e corettoni da birreria; le sonorita' del gruppo invece sono parecchio distanti dagli stereotipi del genere e affondano le radici in gruppi come i Rage, i Crimson Glory ed, ovviamente, i Rainbow.
Questo "Enlighten the darkness" e' il terzo album della band tedesca da quando nel '98 e' tornata sulle scene dopo due poco conosciuti album di thrash alla fine degli eighties ed e' un splendida riconferma dopo i gia' ottimi "Border of reality" e "Bleed" e dopo la magnifica cover di "Temple of the king" apparsa sul tributo a Ronnie James Dio.
Riconferma, ma anche evoluzione verso un sound sempre piu' personale e moderno, dove la chiare influenze Blackmoriane (soprattutto sugli assoli) si amalgamano alla perfezione con una produzione potentissima, pulita e precisa ad opera di Siggi Bemm (gia' produttore di Tiamat e Kovenant) che non ha nulla da invidiare alle migliori produzioni in campo new metal ed alle virtuose e sempre presenti tastiere di Steven Banx, oscillanti tra soluzioni piu' classiche e suoni piu' elettronici e moderni (ascoltate per esempio "The one you are" per capire che cosa intenda...). In pratica "Englihten the darkness" e' un lavoro intenso e bello come raramente capita di ascoltare negli ultimi tempi, quasi un ideale crocevia tra passato, presente e futuro, un raggio di sole (il titolo in questo caso e' quasi profetico...;-) in un mercato di successo, ma purtroppo stantio come quello del metal di stampo "classico". Gli Angel Dust sono la dimostrazione che se oltre alla tecnica (decisamente buona per quanto riguarda la band tedesca e vale per tutti gli elementi del gruppo) si dispone di due cosette chiamate personalita' ed idee, il risultato alla fine viene fuori ed alla grande.
Sinceramente e' difficile trovare dei difetti nelle undici canzoni che compongono l'opera, convincenti dalla prima all'ultima e capaci di spaziare dalla violenza dell'opener "Let me live" (che mi ricorda in alcuni passaggi i Nevermore del disco "Politics of Esctasy") alla potenza anthemica di "Cross of hatered" e di "Fly away", forse il migliore brano dell'intera opera, per arrivare alla infinita dolcezza della canzone acustica "Beneath the silence".
In definitiva "Enlighten the darkness" e' un grandissimo album, che gia' da adesso si candida come uno dei migliori dischi del 2000 ed e' un acquisto consigliatissimo a tutti sia che siate amanti del metal di stampo classico, sia che siate appassionati di sonorita' piu' pesanti ed attuali.
Power metal?
Mah...se questa etichetta serve a far vendere di piu', puo' anche starci, ma le case discografiche non stanno veramente esagerando con la catalogazione?
Lo ripeto...mah!?!